La tecnologia a emissione di Infrarossi lontani (Far infrared FIR) è da tempo impiegata in campo medico e fisioterapico per il trattamento e la gestione di diverse condizioni invalidanti. Tra queste ci sono ad esempio dolore cronico, affaticamento muscolare e/o articolare, cicatrizzazione delle ferite, insufficienza cardiaca, disturbi del sonno, problemi di allattamento, dismenorrea eccetera. Questa tecnologia da qualche anno sta interessando anche il mondo dello sport. Ma quali applicazioni possono avere i tessuti FIR nello sport?
Nell’impiego di raggi compresi nella banda che va da 50 a 1000 μm dello spettro infrarosso della radiazione elettromagnetica. O più semplicemente nell’impiego di raggi infrarossi in uno specifico intervallo di frequenze. Il fatto che si parli di “radiazione” non deve spaventare. Le radiazioni FIR sono naturalmente emesse da qualsiasi oggetto o essere vivente abbia una temperatura superiore a quella dello zero assoluto, incluso l’organismo umano.
E’ importante ricordare che l’uomo non può rilevare l’emissione FIR attraverso la vista. Ma può farlo attraverso la capacità della pelle di percepirla sotto forma di calore. Il corpo umano, oltre ad emettere, può assorbire la radiazione FIR che si dimostra in grado di penetrare fino a 4 cm di profondità. Questo le permette di agire sulle cellule e sul loro contenuto, con effetti antinfiammatori, antiossidanti e antimicrobici. Questi effetti si manifestano in diversi modi. Migliorando la circolazione a livello periferico e profondo, favorendo la riparazione e il “ringiovamimento” di diverse strutture tra cui pelle, muscoli e tendini. Proprio per questo sono utilizzati in terapia medica e nei trattamenti fisioterapici.
Perché può intervenire favorendo la microcircolazione, la circolazione periferica e profonda, ritardando l’affaticamento muscolare con tutti i benefici che ne possono derivare. Nello sport sono utilizzate una grande varietà di tecniche FIR che comprendono cabine/saune FIR, dispositivi a raggi FIR e più recentemente indumenti che emettono FIR.
Questi indumenti assorbono l’energia infrarossa/calore prodotto dal corpo e la restituiscono sotto forma di emissione FIR. In pratica il tessuto si comporta come uno “specchio termico” che riflette solo uno specifico intervallo di quello che ha assorbito come emissione FIR. Questo effetto si realizza incorporando fibre e/o polveri bioceramiche alle fibre che poi saranno utilizzate per realizzare il tessuto. Le componenti bioceramiche quando vengono riscaldate dal calore del corpo restituiscono un’emissione FIR.
Gli indumenti FIR non permettono di percepire un senso di calore diretto, ma piuttosto di comfort termico in diverse condizioni ambientali. A oggi l’impiego a riposo è quello maggiormente studiato. Ha dimostrato un migliore flusso sanguigno periferico, una migliore ossigenazione e un miglioramento dei parametri del sonno.
La risposta non è facile. La maggior parte degli studi sui tessuti FIR hanno una scarsa numerosità e non soddisfano i criteri di qualità necessari per essere presi in considerazione. Però tra tanto materiale, ben 527 studi, ne sono stati identificati 11 in grado di fare un po’ di chiarezza. Di questi 11 studi 6 hanno considerato gli effetti del FIR durante l’esercizio e 5 nel recupero post esercizio.
Tra i diversi effetti descritti dagli studi due aspetti vengono confermati in diverse maniere. Primo una migliore capacità di regolazione della temperatura corporea e secondo un miglioramento a livello della circolazione sanguigna (emodinamica). La maggioranza degli studi effettuati riporta come durante l’attività fisica l’aumento di temperatura cutanea dell’atleta tende ad essere più basso rispetto all’uso di tessuti convenzionali. Questo molto probabilmente potrebbe essere dovuto ad una migliore circolazione periferica che consente una più efficiente riduzione del calore da parte dell’atleta.
Migliorando la termoregolazione i tessuti FIR potrebbero contribuire al mantenimento del comfort termico. Questo favorendo la modulazione della sudorazione durante l’esercizio e prevenendo un eccessiva crescita della temperatura corporea (ipertermia). La modulazione della termoregolazione potrebbe rivelarsi molto interessante anche in ambiente freddo limitando la rapida diminuzione della temperatura corporea, il disagio termico e potenzialmente l’ipotermia. La somma di questi effetti emodinamici e termoregolatori potrebbe rappresentare un’ interessante soluzione per modulare la riduzione delle prestazioni in corso di attività.
Molto interessante il miglioramento del controllo posturale riscontrato sia in atleti esperti sia in soggetti non allenati. Inoltre è stato descritto un modesto miglioramento nel tempo di gara. Questi effetti significativi segnalati da due diversi studi meritano ulteriori indagini future. Dato che il tessuto FIR mostra capacità antitraspiranti, batteriostatiche e rinfrescanti, potrebbe contribuire notevolmente nel migliorare il comfort dell’atleta durante l’esercizio di lunga durata.
Gli studi sul recupero sono stati realizzati in modalità piuttosto diversa tra loro. Tre hanno preso in considerazione l’impiego notturno post esercizio mentre due nei momenti di recupero tra gli allenamenti. Considerando i diversi protocolli seguiti gli studi suggeriscono in diversa misura un recupero più rapido di alcuni marcatori indiretti di danno muscolare. Tra questi DOMS (dolori-muscolari-post-allenamento e quindi in inglese Delayed Onset Muscle Soreness ), stress ossidativo , infiammazione e range di movimento. L’esame dei dati suggerisce come più lunga è la durata dell’esposizione a un tessuto FIR, maggiori sono i benefici sui vari indici di recupero.
I principali meccanismi d’azione degli indumenti che emettono FIR permettono un’alterazione della risposta termoregolatoria ed emodinamica dell’organismo in particolare per le aree di diretto contatto. Gli indumenti che emettono FIR potrebbero rivelarsi strumenti di grande interesse per l’ottimizzazione delle prestazioni fisiche o il recupero post-esercizio in individui sani.