Vista l’ampia diffusione di numerosi prodotti salutistici e di integratori alimentari “naturali”, ovvero ottenuti mediante preparazioni erboristiche o procedimenti similari, diventa senza ombra di dubbio interessante analizzare il fenomeno considerandone gli aspetti fondamentali da un punto di vista tecnico, al di là quindi dell’indiscriminata e indiscussa fiducia, che molti consumatori ripongono guidati dall’emotività, nei confronti di tutti quei prodotti che vengono in qualche modo presentati come “naturali”. Basilarmente è possibile suddivider l’ampia gamma di prodotti presenti sul mercato in due categorie principali:
A livello di opinione pubblica,
talvolta anche tra alcuni operatori del settore, si è diffusa l’idea che
prodotti ricavati da erbe medicinali siano sostanzialmente innocui e quindi
possano essere utilizzati indiscriminatamente senza particolari precauzioni. Nel
considerare questo punto di vista è utile esaminare attentamente la definizione
che l’ Organizzazione Mondiale della Sanità dà dei prodotti fitoterapici: “ Sono da considerarsi fitomedicine i
prodotti medicinali finiti, provvisti di etichetta, che contengono come
principi attivi esclusivamente delle piante o delle associazioni di piante allo
stato grezzo sotto forma di preparati. Comprendono anche succhi, gomme,
frazioni lipidiche, oli essenziali e tutte le altre sostanze di questo genere.
Le fitomedicine possono contenere oltre ai principi attivi anche degli
eccipienti.” La definizione fornisce il primo elemento su cui incentrare
l’attenzione: la presenza di principi attivi. Cosa si intende con “principio
attivo” ? Un principio attivo non è altro che una sostanza in grado di produrre
una risposta biologica in un organismo, risposta che sarà influenzata da
fattori come dosaggio, biodisponibilità, azione farmacocinetica e
farmacodinamica delle sostanze implicate. Considerato quanto detto è possibile
classificare anche numerosi prodotti normalmente proposti come “integratori
alimentari” come veri e propri fitofarmaci in quanto composti da sostanze in
grado di produrre specifici effetti biologici. Per esempio numerosi
“acceleratori metabolici” o “termogenici” utilizzati a fini lipolitici, vedono
nella lista dei componenti caffeina (Coffea spp.), sinefrina (Citrus
aurantium), gugulsteroli (Commiphora mukul). Tali sostanze hanno numerosi
effetti biologici assolutamente non trascurabili, per esempio intervengono a
livello del sistema nervoso, a livello del bilancio ormonale e nel metabolismo
del colesterolo. Potenzialmente quindi tutte le sostanze attive possono
risultare, se opportunamente utilizzate molto utili, ma non sicuramente innocue,
in quanto un uso improprio (per esempio dosaggi eccessivi, consumo
eccessivamente prolungato, assunzione contemporanea ad altri farmaci, assunzione
in corso di patologie, in gravidanza, in allattamento ecc.), potrebbe provocare
eventi avversi acuti o cronici, talvolta di difficile risoluzione.
Affinché si possa effettuare un uso consapevole dei prodotti, nel rispetto delle indicazioni di sicurezza, anche un altro aspetto gioca un ruolo di primaria importanza: la sicurezza della materia prima. I principali fattori di rischio ad essa correlati sono :
La materia prima utilizzata nella produzione di fitomedicine o di alcuni integratori alimentari viene comunemente chiamata “droga”. Con il termine droga si identifica quindi una parte di una pianta (foglia, corteccia, radice o fiore) o la pianta intera utilizzata a fini terapeutici perché contiene, insieme a sostanze inerti, o comunque di scarso interesse farmacologico, sostanze in grado di espletare un azione farmacologia, ovvero modificare i processi biologici di un organismo vivente. Prima di subire ulteriori processi di lavorazione una droga deve essere:
Per ottenere questi obiettivi la droga andrà accuratamente esaminata per quanto riguarda:
E’ facile comprendere come
solamente tramite l’utilizzo di procedimenti di titolazione e standardizzazione
si possa arrivare ad un prodotto sicuro, dal punto di vista del dosaggio, che
sarà certo e riproducibile, e quindi dal punto di vista degli effetti, che
saranno ragionevolmente prevedibili. L’utilizzo di prodotti realizzati senza
tener conto di questi aspetti fondamentali può nella migliore delle ipotesi non
portare agli effetti desiderati, ma esiste anche la seria possibilità di
incorrere in effetti avversi da sovradosaggio. Detto questo è di primaria
importanza quindi accertarsi che i prodotti utilizzati siano preparati
utilizzando materia prima titolata e standardizzata, il rischio può essere
limitato optando per preparazioni realizzate in ambito comunitario dove esiste
una severa legislazione in merito, al contrario di alcuni stati extracomunitari
dove diverse preparazioni tradizionali vengono realizzate senza dare dovuta
considerazione a questi aspetti.
La materia prima può essere contaminata durante diverse fasi del ciclo di vita del prodotto da diversi agenti, si parla infatti di:
Per quanto riguarda gli agenti contaminanti possono essere distinti in:
Numerosi effetti avversi anche gravi, come ad esempio l’avvelenamento da metalli pesanti, da IPA (idrocarburi aromatici policiclici), infezioni, intossicazioni e tossinfezioni di origine batterica, possono derivare dalla contaminazione della materia prima. Come per la titolazione e la standardizzazione dei principi attivi, anche per il monitoraggio dei livelli di contaminanti presenti in una droga, specifiche e scrupolose analisi possono dare garanzia di un prodotto che rientra entro limiti di accettabilità tali da garantire l’assenza di rischi per la salute del consumatore. Anche in questo caso l’applicazione della legislazione comunitaria garantisce ottimi livelli nella sicurezza dei prodotti, cosa che non può essere detta di preparazioni realizzate, magari anche artigianalmente al di fuori degli standard di sicurezza garantiti in ambito comunitario.
Una volta chiarito che anche se di origine naturale, una sostanza farmacologicamente attiva non può essere considerata innocua, è fondamentale esaminare i principali processi interattivi che possono crearsi tra i più comuni principi attivi di origine naturale ed altre sostanze normalmente usate. Quando nell’organismo agiscono simultaneamente più principi attivi l’effetto che si verifica può essere:
Queste situazioni possono verificarsi per i principi attivi presenti in miscela nel fitocomplesso o nel caso di co-somministrazione di farmaci, rimedi erboristici ed alimenti. Alla base di queste interazioni che possono avere esiti favorevoli, se esaltano gli effetti terapeutici, o negativi, se portano alla comparsa di tossicità o annullano l’effetto terapeutico, stanno interferenze farmacodinamiche o farmacocinetiche. Nel primo caso l’interazione tra i principi attivi avviene a livello del loro meccanismo d’azione, nel secondo riguarda la loro cinetica.
Nella Tabella 1 sono elencate le più comuni interazioni tra sostanze di origine naturale e altre sostanze comunemente utilizzate.
ANTAGONISMO | ||
Tannini | Antrachinoni | Riduzione dell’effetto purgante per formazione di un complesso inattivo |
Caffeina (stimolante SNC) | Benzodiazepine | Ridotto effetto delle benzodiazepine per produzione di un effetto opposto |
Mucillagini | Farmaci | Rallentamento dell’assorbimento |
Iperico (induzione CYP) | Contraccettivi orali | Perdita efficacia dei contraccettivi per accelerato metabolismo |
EFFETTO SINERGICO O ADDITIVO | ||
Ginko (anti PAF) | Atiaggreganti, anticoagulanti | Rischio di emoraggie per combinazione dello stesso effetto |
Ginseng (antipiastrinico) | Atiaggreganti, anticoagulanti | Rischio di emoraggie per combinazione dello stesso effetto |
Echinacea (inibitore CYP) | Chemioterapici | Aumento tossicità chemioterapici per diminuito metabolismo |
Oli essenziali | Farmaci | Aumento assorbimento |
Valeriana (sedativo) | Barbiturici | Aumenta l’effetto sedativo per combinazione dello stesso effetto |
Liquirizia | Diuretici, lassativi | Aumento della perdita di potassio per combinazione dello stesso effetto |
Tabella 1
Comuni interazione con prodotti naturali
Risulta quindi chiaro, come per la somministrazione di principi attivi di origine naturale sia necessaria la valutazione da parte di professionisti, quali medici, nutrizionisti e farmacisti, figure cioè in grado di valutarne la sicurezza di impiego valutandone anche le possibili interazioni.
A conclusione di questo articolo dovrebbe essere chiaro come di fatto, non esistano prodotti, a prescindere dall’origine, innocui. Considerato il gran numero dei prodotti disponibili in commercio, sarebbe stato impossibile trattare esaustivamente in un articolo ogni possibile effetto avverso, per questo si è deciso di informare in merito ai meccanismi fondamentali, in base ai quali tali effetti possono verificarsi. Si raccomanda quindi una scelta consapevole, tra prodotti di qualità, realizzati secondo gli standard comunitari, ed effettuata con la consulenza di un professionista autorizzato del settore, onde ridurre al minimo la possibilità di effetti negativi sulla salute.
Tognolini M., Chiavarini M., Principi di Farmacognosia e Fitoterapia, edizioni Uni.Nova
Williams A.D., Lemke L.T., Chimica farmaceutica, edizioni Piccin
Roggi C., Turconi G., Igiene degli alimenti e nutrizione umana, edizioni Emsi
Rinallo C., Botanica delle piante alimentari, edizioni Piccin