Di Alexander Bertuccioli Per gentile concessione di Performance – Centro studi La Torre Edizioni
Con l’approntarsi della bella stagione inizia la consueta corsa alla preparazione per la prova costume. In attesa dell’agognato evento, si assiste alla messa in opera di tutto l’armamentario delle soluzioni di stagione, dalle pratiche alimentari a quelle allenanti (più o meno sensate), senza trascurare le proposte derivanti dal mondo della nutraceutica. Ed è in questa occasione che (in particolare tra le appartenenti al gentil sesso) fa la sua comparsa trionfale tutta quella gamma di prodotti e formulati che dichiarano proprietà drenanti.
Ma che cos’è precisamente un drenante? Un drenante è una sostanza di estrazione vegetale o di sintesi in grado di favorire la circolazione dei liquidi che si accumulano a livello tissutale. Liquidi che vengono successivamente escreti mediante i comuni apparati emuntori, producendo urina, sudore, ecc. A questo punto, risulta necessario capire quando può essere produttivo utilizzare un drenante. Per definizione dovrebbe rappresentare la prima scelta quando non sussiste un ottimale drenaggio dei fluidi mediante il sistema linfatico e quindi qualora si verifichi un anomalo ristagno a livello tissutale (solitamente a livello dello spazio interstiziale), che si manifesta solitamente a livello degli arti (arto inferiore in primis). In queste condizioni gli arti interessati finiscono solitamente con il manifestare un aspetto gonfio e con il divenire piuttosto doloranti
Questo potrebbe portare alla conclusione che in tutte queste situazioni il drenate rappresenti la soluzione ottimale. Le cose stanno proprio così? Per rispondere occorre un ulteriore analisi della situazione: la prima cosa da capire è se il problema nasce da una reale riduzione del drenaggio linfatico oppure da una compromissione circolatoria (anche non prettamente patologica). Questo in pratica cosa significa? Che il problema potrebbe avere anche altre origini, più precisamente possono verificarsi diverse situazioni dove il problema nasce a causa di un’eccessiva permeabilità oppure di un eccesiva fragilità capillare. In questi casi l’utilizzo di un drenante potrebbe lasciare il tempo che trova, in quanto potrebbe risultare decisamente inutile drenare nel momento in cui i vasi continuano rilasciare fluidi in maniera anormale. In pratica sarebbe come trovandosi in una nave che affonda cercare di gettare fuori acqua senza aver prima chiuso (o comunque ridotto la falla), ed è qui che subentrano i flebotropi. Che cos’è un flebotropo? Un flebotropo è una sostanza di estrazione vegetale o di sintesi che associa alla azione flebotonica (implementazione del tono venoso, riduzione del ristagno, riduzione della permeabilità) un miglioramento del drenaggio linfatico e della microcircolazione. Quali sono i segni che dovrebbero far optare per la scelta di un flebotropo piuttosto che di un drenante? La prima cosa da osservare è se contestualmente al gonfiore ed eventualmente al dolore sussistono anche fragilità capillare o tendenza alle vene varicose. Questi indicatori suggeriscono, in prima battuta, la possibilità di una problematica a carico delle strutture venose/capillari per le quali il flebotropo potrebbe rivelarsi la soluzione più indicata. Mentre qualora sussistessero esclusivamente gonfiore e dolore, magari associate a ridotta temperatura cutanea(pelle fredda) il drenante potrebbe rivelarsi la scelta più indicata. Pur non sostituendo assolutamente il parere di un medico che deve essere consultato in tutti quei casi in cui sussista anche solamente il dubbio dell’esistenza di qualche processo patologico in atto, la comprensione di questi aspetti può rivelarsi di estrema utilità in tutti quei casi dove la scelta consapevole e mirata di un prodotto costituisce la base di un approccio nutraceutico efficace.