Nonostante le numerose precauzioni che possiamo prendere una parte di rischio residuo rimane comunque associato all’attività fisica; di conseguenza l’infortunio rappresenta un aspetto quasi inevitabile nella pratica di qualunque disciplina, a qualsiasi livello. Una stima prudente valuta che circa il 10 % degli atleti professionisti abbiano subìto nel corso della propria carriera ad almeno un infortunio, di questi infortuni circa la metà hanno richiesto una sospensione parziale o totale degli allenamenti per finestre temporali comprese tra 21 e 75 giorni. La sospensione dell’allenamento per periodi di questa entità conduce alla condizione di “detraining” o “deallenamento”, fenomeno che comporta una perdita parziale, e in alcuni casi estremi totale, degli adattamenti funzionali, fisiologici, psicologici ed anatomici promossi dall’esercizio fisico. Chi abituato a una pratica costante e regolare, non si allena, anche soltanto per un mese, può peggiorare sensibilmente la propria composizione corporea, la condizione generale e ridurre l’efficienza metabolica, tutti elementi critici sia dal punto di vita salutistico che da quello prestativo.
In seguito a infortunio, a prescindere da tipologia, entità o distretto coinvolto, si verifica una lesione tissutale che interesserà a diverso livello numerose popolazioni cellulari. Una delle prime risposte chiamate in causa è quella che coinvolge il sistema immunitario, una fitta rete di elementi cellulari, mediatori chimici e strutture biologiche in grado di difendere l’organismo da qualsiasi “insulto” e di porre le basi per la riparazione un tessuto danneggiato. Il primo e principale strumento utilizzato per queste finalità è l’infiammazione. L’infiammazione quando rimane entro limiti fisiologici (a differenza di quella patologica dove si assiste a una risposta sproporzionata e eccessivamente prolungata), si prefigura come una risposta adattativa messa in atto dall’organismo e finalizzata alla riparazione e/o alla sostituzione delle cellule “ricostruendo” il tessuto danneggiato dal trauma. Questo permette di considerare l’infiammazione nei limiti fisiologici come un processo fondamentale per il recupero funzionale post infortunio.
Presi dalla voglia di tornare il prima possibile in grado di allenarci, spesso in seguito a un infortunio ci si concentra quasi esclusivamente sulla riabilitazione, trascurando in parte o a volte del tutto l’alimentazione. Questo potrebbe essere un errore piuttosto importante in quanto l’alimentazione esercita un ruolo di notevole importanza nel supporto della funzione immunitaria, da cui dipendono non soltanto l’efficacia e la rapidità dei meccanismi di riparazione ma anche la protezione da qualsiasi forma di insulto, di origine traumatica o non. Quali sono gli aspetti nutrizionali in grado di influire maggiormente sull’efficienza del sistema immunitario? A differenza di quel che comunemente si crede, piuttosto che soffermarsi esclusivamente su uno o pochi nutrienti è sicuramente basilare mantenere un corretto stato nutrizionale generale, fornendo all’organismo tutto ciò di cui necessita sia in termini di macronutrienti e micronutrienti. In pratica questo significa evitare carenze di tutte quelle sostanze che esercitano un ruolo essenziale in quanto l’organismo non riesce a produrle a partire da altre sostanze. Volendo presentare una scala di priorità sarebbe opportuno partire dalla corretta fornitura di energia e dal fabbisogno proteico. Infatti condizioni di malnutrizione calorico-proteica sono generalmente associate a compromissione della massa muscolare e a ridotta disponibilità di energia per organi, apparati e sistemi biologici. La ridotta disponibilità energetica è potenzialmente in grado di compromettere la funzionalità del sistema immunitario; questo potrebbe comportare una ridotta capacità di “riparazione” post-infortunio, con un conseguente prolungamento delle tempistiche necessarie per il recupero funzionale, oltre ad una aumentata probabilità di infortuni dovuta alla ridotta efficienza ed efficacia dei sistemi muscolare e nervoso durante l’esercizio. Un ruolo molto importante viene esercitato anche da alcuni micronutrienti con particolar riferimento a vitamine e sali minerali quali ad esempio Vitamina D, E, C, Zinco, Selenio, Magnesio e Calcio. Va però ricordato come solitamente, l’alimentazione ben bilanciata e associata ad una corretta idratazione difficilmente espone al rischio di carenze, o ancor meno di deficienze, di micronutrienti.
Considerati questi aspetti essenziali l’alimentazione rappresenta un valido aiuto per l’atleta infortunato, coadiuvando i processi di riparazione tissutale e migliorando sensibilmente le dinamiche di recupero funzionale post-trauma, nel prossimo articolo discuteremo la gestione nutrizionale del post-infortunio più nel dettaglio.
K.D. Tripton (2011): Nutrition For Acute Exercise – Induced Injuries, Annals Of Nutrition & Metabolism, 57(suppl 2): 43-53
Paddon Jones D et al., 2004: EEA and Carbohydrate Supplementation Ameliorates Muscle Protein Loss In Humans During 28 Days Bedrest. J Clin Endocrinol Metab 2004;89:4351-8