Di Alexander Bertuccioli – Per gentile concessione di Mantra – Centro studi La Torre Edizioni
La ‘fibra alimentare’ può essere definita come componente glicidica non digeribile presente nelle piante. Alla luce di questa definizione, seppur generale e non esaustiva, risulta piuttosto difficile capire la ragione che la rende essenziale per l’alimentazione umana. Per comprendere questo aspetto è essenziale definire la vita dal punto di vista biochimico, ossia quello cellulare. L’essere umano è un organismo pluricellulare composto da una moltitudine di sistemi chimici altamente organizzati (cellule) con differenti specializzazioni che interagiscono tra loro. Nell’ottica della sincronizzata cooperazione di più tipologie di cellule diverse, che si organizzano in tessuti e organi dotati di una loro peculiarità, è possibile spiegare gli effetti “meccanici” attribuibili alla fibra.
Fibre ad alta viscosità (resistenza allo scorrimento) rallentano lo svuotamento gastrico e di conseguenza i processi di assorbimento
La Fibra viscosa (di consistenza simile a un gel) ostacola l’attività degli enzimi deputati alla digestione di glicidi, lipidi e protidi, causando una netta diminuzione nell’assorbimento dei principali macronutrienti e del colesterolo. Inoltre implementando lo strato fluido che riveste la parete dell’intestino tenue, favorisce un maggior senso di sazietà. Viene inoltre correlata a un aumento della massa fecale, grazie alla capacità di diverse tipologie di fibra di trattenere acqua nella formazione del suddetto gel viscoso.
Alla luce di questi fenomeni di natura meccanica non tutti gli effetti benefici attribuiti alla fibra alimentare possono essere spiegati, in quanto per una visione più completa è necessario considerare che dal punto di vista funzionale l’organismo umano può essere considerato un vero e proprio ecositema dove specie diverse (cellule eucariotiche che compongono il nostro organismo e cellule procariotiche di origine batterica) quando tutto è in equilibrio convivono con benefici reciproci. Questa profonda interazione diviene ancora più significativa considerando che secondo alcune stime l’organismo umano sia composto da circa centomila miliardi di cellule eucariotiche che si trovano ad interagire con circa un milione di miliardi di cellule procariotiche; quindi dal punto di vista numerico sono più le cellule batteriche che ci portiamo addosso rispetto a quelle eucariotiche che ci compongono! Ed è proprio grazie alla presenza di alcuni di questi batteri che la componente fermentabile della fibra può essere trasformata in sostanze utili al nostro organismo:
Molte tipologie di fibra (fermentabile) possono essere utilizzate dalla microflora intestinale mediante processi fermentativi utili al metabolismo del battere che conducono alla produzione di molecole quali:
Queste molecole possono essere assorbite e utilizzate come nutrienti, assorbite e di nuovo escrete o eliminate con la defecazione. Quindi alcune si rivelano di scarto mentre altre sono utili all’organismo umano. In particolare gli acidi grassi a corta catena si rivelano particolarmente interessanti, quelli generalmente prodotti sono:
Questi acidi grassi vengono prontamente assorbiti a livello del colon, ma soltanto l’acido acetico raggiunge la circolazione sistemica in quantità apprezzabili. L’acido butirrico viene consumato a livello della mucosa del colon come sorgente energetica di elezione con notevoli benefici per la salute intestinale. L’acido propionico invece viene solitamente consumato a livello epatico.
In virtù di queste proprietà sono stati proposti numerosi modelli applicativi accomunati dalla relazione inversa tra il consumo di fibra e l’insorgenza di alcune patologie. Una dieta povera in fibre tra i primi effetti contempla l’alterazione dell’equilibrio intestinale con tutte i disturbi/patologie che ne conseguono. È stata dimostrata l’utilità di alcuni tipi di fibra in una serie di patologie dell’apparato digerente quali: l’ulcera duodenale, la costipazione, e la diverticolosi. Alcuni autori attribuiscono ad alcuni tipi di fibra anche un ruolo protettivo relativamente all’insorgenza di cancro al colon. Un altro aspetto interessante è da ricercare nelle proprietà assorbenti di alcuni tipi di fibra generalmente correlate a un effetto ipo-colesterolemizzante. Alcuni studiosi ritengono inoltre che i prodotti della fermentazione batterica possano avere un ruolo nella modulazione della sintesi e del metabolismo del colesterolo e degli acidi biliari. Inoltre le fibre ad alta viscosità si sono dimostrate piuttosto efficaci nella riduzione della risposta glicemica post prandiale. Questi effetti sono alla base delle considerazioni di alcuni autori che correlano l’utilizzo della fibra a una riduzione del BMI, anche se dati conclusivi in merito devono ancora essere prodotti, mentre sembra esserci invece, sempre per i succitati motivi, una considerevole riduzione del rischio cardiovascolare. Queste caratteristiche possono condurre anche a effetti potenzialmente negativi: la viscosità per esempio, oltre a modulare o ridurre l’assorbimento dei glicidi, può causare anche una riduzione nell’assorbimento di nutrienti quali vitamine e minerali, effetto da considerare seriamente soprattutto in soggetti già in situazioni carenziali. Stessa cosa può dirsi di numerosi principi attivi, di cui può essere necessario rivedere dosaggio, modalità e timing di somministrazione. In soggetti con colite o sindrome del colon irritabile il consumo di fibra deve essere attentamente valutato, così come nei soggetti dove a causa di fattori quali disbiosi intestinale o carenze enzimatiche può causare flatulenza e analoghi disturbi intestinali.
In conclusione comunque gli effetti positivi derivanti dal consumo di fibra possono ricoprire un ruolo estremamente importante nel mantenere in equilibrio funzionale il delicato ecosistema di cui siamo costituiti. Per cui, pur con le dovute cautele da attuarsi nei succitati casi, un adeguato consumo di fibra in particolare correlato all’utilizzo costante e regolare di vegetali nell’alimentazione rappresentava, rappresenta e rappresenterà un ruolo essenziale nel contesto di una sana alimentazione.
PRINCIPALI EFFETTI ATTRIBUITI ALLE DIVERSE TIPOLOGIE DI FIBRA
Cellulosa: trama di sostegno dei tessuti vegetali abbonda nei cereali , nella crusca, nella frutta in alcune verdure come radicchio e la lattuga | Molecola a effetto prevalentemente lassativo, agisce provocando un aumento della massa fecale che viene generalmente stimato in 1:3 (aumento della massa fecale di 3 g per ogni grammo di fibra assunto). Pare non avere influenza sui livelli di colesterolo ematico e sulla risposta glicemica postprandiale. |
Pectina: Presente nei seguenti alimenti: mele, prugne, agrumi, mele cotogne, uva spina, albicocca, ciliegie , carote | Fibra dalla notevole viscosità e proprietà assorbenti direttamente correlata a miglioramenti nel quadro lipidico. In particolare, è stato attribuito alla pectina un effetto ipocolesterolemizzante molto probabilmente dovuto a aumento dell’escrezione di acidi biliari e colesterolo. |
Β-glucani: Presenti nei seguenti alimenti: avena, orzo, crusca ecc | Fibra estremamente fermentabile direttamente correlata con un miglioramento del quadro lipidico e glicidico. |
Gomma guar: prodotta dai bacelli della pianta guar (Cyamopsis tetragonoloba) | Fibra direttamente correlata con un notevole miglioramento del quadro glicemico in virtù delle sue ottime proprietà per quanto riguarda la viscosità e la fermentabilità. Alcuni autori propongono che possa avere anche un ruolo nel rilascio di insulina. |
Inulina: oligosaccaride di riserva tipico delle Asteraceae (Composite) come topinambur e cicoria e di alcune liliacee come la cipolla | Fibra che interviene in qualità di substrato energetico per i bifidobacteria a livello intestinale, in grado quindi di favorirne un aumento con i relativi effetti salutistici. |
Fruttooligosaccaridi: presenti come tali o derivanti dall’idrolisi dell’inulina presenti in : topinambur, cicoria, cipola, farina di frumento, banane, miele, aglio, fagioli, legumi in genere, carciofi, porri, asparagi | Fibre che intervengono in qualità di substrati energetici per i bifidobacteria a livello intestinale, in grado quindi di favorirne un aumento con i relativi effetti salutistici. |
Polidestrosio: polisaccaride artificiale non digeribile classificato come E1200 e utilizzato come stabilizzante, addensante, umettante nella realizzazione di diversi alimenti, integratori e sport food | Fibra direttamente correlata all’aumento della massa fecale |
Amido resistente: frazione dell’amido che resiste al processo digestivo, rappresenta mediamente circa il 10 % dell’amido consumato nella comune alimentazione | Fibra direttamente correlata all’aumento della produzione di acidi grassi a corta catena, con i relativi benefici salutistici che ne derivano. |