Una volta dovutamente ottimizzata l’alimentazione, un ulteriore supporto può essere fornito mediante l’utilizzo razionale di alcuni nutraceutici, che possono rivelarsi utili su più fronti nel coadiuvare il processo di recupero in sinergia con l’alimentazione. Si può valutare per esempio l’utilizzo di singoli amminoacidi, pool di amminoacidi essenziali, estratti vegetali ecc. Esaminiamo nel dettaglio i principali strumenti nutraceutici analizzandone le principali potenzialità
Grazie alla facoltà di supportare numerose funzioni dell’organismo e di stimolare la sintesi proteica, gli EAA possono essere un valido aiuto nell’ottica di favorire un processo di recupero stimolando inoltre l’incremento della massa magra, o quantomeno, riducendone quanto più possibile la perdita soprattutto durante il periodo di immobilità. Esistono evidenze secondo cui dosi elevate di EAA (16 g EAA, 3 g LEU, 3 x /d) si sono dimostrate in grado di ridurre la perdita di massa magra in adulti maschi sani sottoposti ad esercizio di carico sugli altri durante 28 giorni di riposo a letto e durante l’immobilizzazione articolare. Parzialmente gli effetti descritti possono essere ottenuti anche mediante la somministrazione di aminoacidi ramificati (BCAA), quantomeno per quanto riguarda la capacità di agire sulla sintesi proteica
L’arginina è un amminoacido precursore della prolina, una delle tre componenti essenziali che costituiscono il collagene. Nonostante la sintesi di collagene non sia regolata da un punto di vista nutrizionale, la letteratura riporta come la somministrazione di 8 g di prolina/die potrebbe migliorare la deposizione di collagene in corrispondenza del sito danneggiato. Inoltre l’arginina è l’unico precursore da cui è possibile produrre ossido nitrico. Esistono sono evidenze secondo cui stimolare la produzione di ossido nitrico, mediante l’assunzione di arginina, possa rilevarsi utile nel migliorare alcuni processi di guarigione e/o riparazione tissutale. L’arginina esercita inoltre funzione di stimolo nei confronti della secrezione dell’ormone somatotropo (GH) supportando ulteriormente i processi riparativi.
È importante premettere che, come già specificato, l’insorgenza dell’infiammazione rappresenta una risposta fisiologica al trauma che prelude ai meccanismi di guarigione e di riparazione delle cellule danneggiate. Bloccare la cascata infiammatoria, quindi, può rilevarsi probabilmente controproducente nella prima fase; in seconda fase invece si potrebbe valutare l’utilizzo di alcuni estratti vegetali ad azione anti-infiammatoria, supportando l’atleta che ricomincia ad allenarsi dopo un periodo di immobilità nella gestione dell’indolenzimento e/o del dolore muscolare.
Utilizzata per la presenza di acidi boswellici , tra cui le componenti di maggiore interesse sono siglate con gli acronomi KBA e AKBA. Queste sostanze sono in grado di esercitare uno spiccato ruolo antinfiammatorio riducendo la produzione di leucotrieni, molecole implicate nella cascata infiammatoria. Il vantaggio rispetto ad altri estratti vegetali è costituito dalla capacità di KBA e AKBA di inibire selettivamente la produzione di PGE2, sostanza coinvolta nell’infiammazione e nell’insorgenza del dolore. Questo aspetto non è da trascurare; alcuni agenti antinfiammatori, come i farmaci più comunemente utilizzati (farmaci antinfiammatori non steroidei FANS), inibiscono la produzione di un ampio spettro di sostanze tra cui le prostaglandine. Tra i diversi ruoli esercitati dalle prostaglandine c’è anche quello a carico degli elementi costituenti la barriera mucosale gastrica che esercita una protezione attiva dall’azione erosiva del succo gastrico, di conseguenza andare a inibirle significa ridurre la capacità dello stomaco di resistere al succo gastrico. La boswellia è in grado di esercitare un effetto antinfiamamtorio evitando di intervenire su questi meccanismi. Ciò conferisce a tale estratto un’ottima tollerabilità.
La Curcumina è una sostanza estratta dalla parte ipogea di Curcuma longa. Viene impiegata ad alte concentrazioni, con l’ausilio di tecnologie farmaceutiche volte ad incrementarne la biodisponibilità (per esempio formazione di complessi con un fosfolipidi e piperina), come sostanza dal significativo effetto antinfiammatorio, antidolorifico ed antiossidante. Dati presenti in letteratura riportano come il suo impiego abbia fornito risultati promettenti nell’attenuazione dei dolori muscolari post-attività fisica agonistica in alcuni contesti sportivi (es. rugby); proprio in quest’ottica potrebbe rappresentare un rimedio potenzialmente spendibile nella gestione dei dolori osteo-articolari e muscolari associati all’esercizio fisico.
Il collagene idrolizzato, cioè lavorato per ottenere i peptidi costituenti (piccole catene di aminoacidi), si è dimostrato in grado di migliorare la sintesi e la deposizione di collagene sfruttando un meccanismo di mimetismo molecolare che “segnala” all’organismo un danno anche se non realmente presente che deve essere riparato dai sistemi deputati a farlo. Grazie a questa capacità, l’idrolizzato di collagene trova grande applicazione – oltre che nella medicina estetica – anche nell’ortopedia e nella traumatologia soprattutto per la gestione di tendinopatie, muscolopatie, condropatie e traumatismi vari.
La vitamina D esercita numerosissimi ruoli di fondamentale importanza per la salute dell’intero organismo: dalla regolazione della salute ossea, alla promozione dell’assorbimento di calcio, fino alla salute immunitaria. Diverse evidenze hanno dimostrato che carenze di Vitamina D possono aumentare la probabilità d’infortuni sportivi e che l’incidenza degli stessi è ridotta con supplementazioni a base di Vit. D nelle stagioni fredde. Al contempo carenze di vitamine D possono ostacolare il processo di guarigione post-infortunio. Alla luce delle considerazioni effettuate, potrebbe essere utile integrare nella fase post-infortunio 2000 UI/die di vitamina D, pratica che potrebbe essere estesa anche nelle stagioni a ridotta esposizione solare, nonché in alcuni atleti che allenandosi molto frequentemente indoor mostrano un maggior rischio di ridotta esposizione solare e/o ad atleti che presentano livelli di massa grassa particolarmente ridotti.
Gli strumenti nutraceutici citati sono solo alcuni tra quelli che mostrano interessanti possibilità di completare una corretta gestione nutrizionale, che rappresenta l’ultimo degli accorgimenti da mettere in atto per la gestione funzionale del post-infortunio, un processo logico, razionale da mettere in atto con dinamiche ben precise, integrando quanto esposto in questo articolo con i 2 articoli precedenti.
K.D. Tripton (2011): Nutrition For Acute Exercise – Induced Injuries, Annals Of Nutrition & Metabolism, 57(suppl 2): 43-53
Paddon Jones D et al., 2004: EEA and Carbohydrate Supplementation Ameliorates Muscle Protein Loss In Humans During 28 Days Bedrest. J Clin Endocrinol Metab 2004;89:4351-8
Di Pierro F, Zacconi P, Bertuccioli A, Togni S , Eggenhoffner R , Giacomelli L A naturally-inspired, curcumin-based lecithin formulation (Meriva ® formulated as the finished product Algocur ® ) alleviates the osteo-muscular pain conditions in rugby players Eur Rev Med Pharmacol Sci 2017; 21: 4935-4940