L’impiego di derivati estrattivi di Camelia sinensis come coadiuvanti in protocolli volti alla perdita di tessuto adiposo è stato da tempo investigato da numerosi autori. Analizzando le vie di signaling implicate nel processo lipolitico è possibile identificare nella caffeina e nell’epigallocatechingallato le principali molecole responsabili di tali effetti 1. La caffeina sembra esercitare questi effetti inibendo l’azione delle fosfodiesterasi, prolungando di conseguenza l’azione dell’AMPc su numerosi target molecolari tra cui caveolina e sulla perilipina molecole particolarmente rilevanti nel processo lipolitico.
Il meccanismo d’azione della caffeina rende ragione del suo contributo al processo lipolitico contestualmente al suo generale effetto simpaticomimetico, fattore quest’ultimo che la rendono particolarmente controindicata anche a dosi terapeutiche in soggetti affetti da patologie cardiache, nervose ecc, la caffeina mostra una DL50 compresa tra 150 e 200 mg/kg per os. L’epigallocatechingallato sembra invece agire nell’inibizione delle COMT2, enzimi coinvolti nella degradazione della NOR-Epinefrina, in modo da prolungarne l’azione nell’organismo. Tra le funzioni modulate dalla NOR-Epinefrina particolarmente importante ai fini della lipolisi è la termogenesi, processo che prevede l’utilizzo di substrati energetici nella produzione di calore endogeno; numerosi autori hanno dimostrato come l’epigallocatechingallato sia in grado di incrementare il dispendio energetico basale fino ad un 4% per somministrazioni quotidiane 270 mg (sotto forma di estratti contenenti la quantità indicata) 3 4 5.
Generalmente l’utilizzo dell’epigallocatechingallato è ritenuto più sicuro rispetto a quello della caffeina, come facilmente deducibile dal suo valore di DL50> 4000mg/kg per os. Valutando l’azione dell’epigallocatechingallato esclusivamente da questo punto di vista è facile concludere che un aumento del consumo in basale de 4% sia da ritenersi teoricamente un contributo piuttosto modesto nel contesto di un piano volto alla perdita di tessuto adiposo, questa conclusione teoricamente legittima, non si è rivelata affatto veritiera in quanto in uno studio risalente al 2008 è emerso chiaramente come l’utilizzo di un derivato altamente standardizzato di te verde decaffeinato, ottimizzato per quanto riguarda la biodisponibilità, titolato al 40% in epigallocatechingallato (identificato come Greenselect fitosoma e utilizzato nella formulazione di Monoselect Camelia) somministrato a 150mg due volte al giorno in soggetti sottoposti a dieta ipocalorica normoproteica per un periodo di 90 giorni, ha prodotto risultati estremamente significativi: dimagrimento medio di 14 kg contro i 5 kg del gruppo sottoposto esclusivamente a restrizione calorica 6.
Questa efficacia apparentemente sorprendente è da ricercarsi in alcuni effetti chiariti piuttosto recentemente, pare infatti che l’estratto di te verde sia in grado di aumentare a livello epatico l’espressione dei geni coinvolti nella sintesi e ossidazione degli acidi grassi in particolare sopprimendo i geni che mediano la differenziazione degli adipociti e la captazione degli acidi grassi nel tessuto adiposo 7. Un ulteriore studio svolto su modelli murini ha confermato come l’epigallocatechingallato sia stata in grado di ridurre significativamente i livelli di mRNA di alcuni geni adipogenetici contestualmente all’aumento dei livelli di mRNA di altri geni tra cui quelli lipolitici8. Alla luce di questi dati, al di là dell’effetto termogenico quantificabile in un incremento del 4% del metabolismo basale, è plausibile ricercare negli effetti dell’epigallocatechingallato sull’espressione genica il motivo dell’efficacia di questa molecola nel favorire la perdita di peso contestualmente a programmi dietetici ipocalorici. Proprio in virtù di queste potenziali caratteristiche di “modulatore genico” l’estratto in questione potrebbe dimostrarsi particolarmente efficace oltre che nei programmi volti al dimagrimento anche nei programmi volti al mantenimento del risultato acquisito, applicazione particolarmente interessante da applicare in soprattutto soggetti particolarmente “predisposti” all’accumulo adiposo quali i portatori di varianti sfavorevoli dei geni PPARg29-25 e FTO26-38. Considerati queste enormi potenzialità dovrebbe ormai essere superfluo ribadire come l’estratto in questione sia senza ombra di dubbio molto di più che un semplice termogenico.
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