Sars Cov-2 è il virus responsabile della sindrome Covid-19. Tale patologia dichiarata pandemica dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha determinato evidenti conseguenze su scala globale. Tali implicazioni non riguardano solo aspetti di natura medica, ma il Covid-19 ha causato ripercussioni ad ogni livello, sanitario, politico, sociale ed economico. Ovviamente il quadro è più complesso in quanto anche le stesse misure di contenimento di propagazione del virus hanno a loro volta prodotto effetti collaterali su ogni aspetto della vita di ciascuno di noi.
Da un punto di vista psicologico, sia chi ha contratto direttamente la patologia sia chi invece è stato sottoposto a misure di contenimento o chi solo si è dovuto adeguare alle misure introdotte dai propri governi per contrastare la diffusione del virus, hanno più o meno accusato problematiche di natura mentale.
È innegabile che la situazione che stiamo vivendo, ivi compresi i professionisti coinvolti in questa emergenza sanitaria, ci ha toccato nel profondo.
I dati provenienti dalle ricerche lo dicono chiaramente.
In una ricerca condotta nel 2020 un gruppo di ricercatori provenienti da diversi paesi attraverso una revisione sistematica della letteratura scientifica hanno osservato, ad esempio che i tassi di prevalenza dei sintomi depressivi e ansiosi era significativamente maggiore rispetto alla prevalenza ad un anno stimata in periodo pre-pandemia. Per citare i soli sintomi depressivi, (in questo caso non parliamo di diagnosi di depressione, ma di una quadro sindromico subclinico), il periodo di pandemia registra tassi di prevalenza che vanno dal 14,6% al 48,3% nella popolazione generale, rispetto al periodo pre-pandemico che si attestavano tra il 3,6% e il 7,2% sempre nella popolazione generale.
Tuttavia è bene ricordare che la situazione che stiamo vivendo non a tutti ha creato reazioni psicologiche avverse poiché ricordiamoci che non è la pandemia in sé, la quarantena o il Covid stesso a causare direttamente sintomi psicologici ma questi sono eventi, i quali, andando ad impattare sulla personalità di ognuno di noi producono effetti differenziati. É vero che la pandemia ha innalzato i tassi di prevalenza, ad esempio, ma è altrettanto vero che non tutti hanno poi sviluppato sindromi psichiatriche diagnosticabili.
Lo stesso studio in effetti evidenzia come alcune ricerche hanno dimostrato che fattori protettivi, come una tempestiva diffusione di informazioni sanitarie aggiornate e accurate relative a COVID-19 da parte delle autorità; l’attuazione attiva di misure precauzionali che riducono il rischio di infezione, come lavarsi spesso le mani, indossare mascherine, meno contatti con le persone e che alcuni tratti della personalità sono correlati a esiti psicologici positivi. Gli individui con stili di coping positivi, stili di attaccamento sicuri ed evitanti di solito presentavano meno sintomi di ansia e stress. Inoltre i soggetti con più sostegno sociale e tempo per riposare durante la pandemia hanno mostrato livelli di stress inferiori.
Nel complesso se portiamo l’attenzione verso possibili reazioni psicologiche avverse, quali reazioni di distress (stress negativo) e reazioni acute da stress e sintomi ansioso-depressivi, uno dei fattori di rischio maggiori è la presenza di “estrema paura”.
La paura come reazione emotiva è una risposta adattiva rispetto ad un evento valutato e vissuto come pericoloso e non conosciuto. Tale paura favorisce comportamenti di controllo, evitamento a scopo protettivo riguardo la propria salute. Tuttavia l’interazione con un altro importante fattore di rischio di distress, l’infodemia, ossia la diffusione incontrollata di informazioni, fake news, dichiarazioni in contrasto tra loro e dati statistici crea le condizioni per la disregolazione della paura, promuovendo in soggetti più suscettibili vere e proprie reazioni estreme di paura.
Sono sintomi che non vanno sottovalutati poiché potrebbero favorire l’esordio di quadri clinici più gravi come disturbo post traumatico da stress, disturbi depressivi, fobie ossessive, disturbi d’ansia come disturbo da attacchi di panico.
É raccomandabile rivolgersi ad una specialista della salute mentale (psicologi psicoterapeuti e medici psichiatri) per valutare in modo approfondito il quadro clinico. Una valutazione tempestiva potrebbe prevenire una recrudescenza sintomatologica o l’evoluzione in sindromi psichiatriche.
Prevalence and correlates of PTSD and depressive symptoms one month after the outbreak of the COVID-19 epidemic in a sample of home- quarantined Chinese university students. Wanjie Tang et al. Journal of affective disorders 274 (2020) 1-7
Impact of COVID-19 pandemic on mental health in the general population: A systematic review. Jiaqi Xiong et al. Journal of Affective Disorders 277 (2020) 55-64